Indice
Il modello di oggi è basato sui Prescribed story criteria di Jim Shooter. Definirlo autore ed editore geniale è sminuire la portata del suo operato. Una delle migliori decadi dei fumetti americani (anni 80) sono praticamente opera sua.
Breve storia di Jim Shooter
Jim Shooter è nato il 27 settembre 1951 a Pittsburgh in Pennsylvania.
All’età di dodici anni, Jim Shooter si rende conto che i fumetti della Marvel erano scritti con un livello di profondità che mancava ai fumetti della DC. Per questo decide di studiare lo stile Marvel per un anno, ponendosi l’obiettivo di arrivare a lavorare e scrivere fumetti per la DC.
Ben presto Shooter realizza il suo obiettivo, tanto da presentare alcune storie a Washington nel 1965, all’età di 13 anni, e iniziare a lavorare per la DC nel 1966 a soli 14 anni, diventando da subito un professionista del fumetto.
Nella seconda metà degli anni ’70 diventa editore della Marvel e grazie ai cambiamenti che porta (cambiamenti radicali che hanno portato altri editori al licenziamento) la salva da un inevitabile fallimento. Il successo degli anni 90 ( di cui i cinecomics sono i figli diretti) sono -indirettamente anche merito suo.
E’ sua l’idea del New universe ed è lui lo scrittore del favoloso Starbrand.
Sucessivamente fonda la Valiant Comic, che diventa sotto la sua gestione la terza casa editrice di fumetti in Usa.
Fonda poi la Defiant per la quale ha scritto l’incredibile Warrior of Plasm e crea l’universo condiviso della Broadway comics, il cui “Power that be” è un gioiello dimenticato
Nel mondo dei fumetti, nessuno ha mai avuto una carriera che somigliasse alla sua.
Il fatto che abbia iniziato da bambino durante la silver age lo mette nella condizione di essere ancora abbastanza giovane anche adesso.
Parliamo di Jim Shooter perché nel 1982, mentre era caporedattore Marvel, descrisse nel dettaglio quali sono secondo lui le qualità necessarie per una buona storia.
Prescribed story criteria
1. I personaggi devono essere introdotti.
“Presenta i tuoi personaggi” Cosa significa? Ogni volta che stai cercando di stabilire il tuo status quo, hai lo stesso dovere del giornalista: chi, cosa, quando, dove, perché, come. Devi dare ai lettori un indizio su cosa sia questo status quo in modo che possano capire come è stato interrotto. Ciò significa anche capire chi sono questi personaggi.
Quando introduci il tuo personaggio, vuoi che il lettore sappia abbastanza da avere un controllo su di lui.
Ad esempio: “Qual è la prima scena in Rocky? Rocky è sul ring. Non è in smoking. È in un’arena. Il ragazzo è un combattente. L’evento che accade sul ring è un piccolo assaggio di ciò che riguarda l’intero film. In un certo senso puoi immaginarlo come un fumetto. È una splash page. Ciao, ecco chi sono. Rocky è sul ring e sta combattendo, e il manager gli sta urlando perché dovrebbe vincere questa battaglia ma sta perdendo. Semplicemente non ha l’istinto assassino. Tuttavia, quando l’altro ragazzo imbroglia e poi in qualche modo sconvolge il senso di giustizia, il fair play e la virilità di Rocky, allora lo mette fuori combattimento.”
2. Deve essere stabilito il loro contesto.
3. Deve essere introdotto il conflitto.
I personaggi vengono portati sul palco, vengono introdotti. Li conosci abbastanza da poter capire cosa sono, chi sono, così che quando arriva il conflitto puoi vederlo chiaramente. Fallo bene, rendilo divertente o drammatico e nessuno nota che stai introducendo il personaggio.
Ricorda che è quello che stiamo facendo. Stiamo comunicando.
Dice Shooter “… Quando valuto una storia, se uno degli elementi sopra elencati dovesse mancare e i personaggi non vengono introdotti correttamente quando vengono presentati, sospetto immediatamente che l’autore della storia non sappia quello che sta facendo.”
4. Va costruita la suspense.
5. Deve essere raggiunto un climax.
6. È necessario raggiungere una soluzione.
“In secondo luogo – dice Shooter – cerco di raccontare bene la storia. Il conflitto è interessante? Il climax è eccitante? La risoluzione è soddisfacente? La trama è buona? Ci sono colpi di scena interessanti? C’è un tema? C’è sviluppo del personaggio? È drammatico? È divertente? Questa è roba davvero importante. Va da sé che uno scrittore o un potenziale scrittore dovrebbero conoscere abbastanza questi dettagli per soddisfare i requisiti fondamentali di una storia. Sono il potere, la passione, il dramma e la caratterizzazione le cose che cerco davvero in una storia.”
Ogni scena che scrivi dovrebbe essere lì per un motivo, deve significare qualcosa, altrimenti è inutile. Non importa quanto pensi che sia intelligente. Se non è pertinente, lascialo perdere. Lo userai nella prossima storia.
Miei commenti a questo modello
Non è possibile chiamare questi sei passaggi un modello dato che manca troppe caratteristiche per essere definito tale: non di meno è utile, specie se ti va di approfondire sul blog di Jim dove in maniera davvero didascalica spiega pannello per pannello cosa succede, dando spunti davvero incredibili a chi vuole miglioreare il proprio story telling
Mi prometto di fare un lavoro di ri-codifica del Prescribed story criteria in futuro.